Occuparsi di benessere organizzativo insieme alle aziende, favorendo processi e culture orientate ad alimentarlo e sostenerlo, significa calarsi nel contesto organizzativo attuale.
Sappiamo che, dopo la crisi del COVID-19, il lavoro “ibrido” ha accelerato la trasformazione degli ambienti di lavoro. Oltre alla sfida delle tecnologie digitali ci sarà quella relativa al paradigma delle relazioni tra colleghi e tra capi e collaboratori.
Sappiamo che qualsiasi processo di change management per funzionare ha bisogno delle persone coinvolte, in termini di consapevolezza, motivazione, partecipazione.
Le life skills e l’intelligenza emotiva sono, dal nostro osservatorio, competenze strategiche per sostenere e agevolare questo processo evolutivo dell’organizzazione del lavoro.
Con il termine life skills facciamo riferimento a 10 “competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni” (OMS- Organizzazione mondiale della sanità).
L’intelligenza emotiva “è la capacità di integrare pensieri ed emozioni per decisioni sostenibili” (Six Seconds).
Perché life skills e intelligenza emotiva?
Mai come ora la capacità delle persone di:
– adottare comportamenti positivi, ovvero costruttivi e che producono effetti positivi su di se e gli altri;
– l’attitudine ad adattarsi, ovvero trovare risorse, strategie nuove e funzionali al contesto e agli obiettivi;
– la capacità di immaginare e adottare decisioni sostenibili (per la persona, il team, le organizzazioni, il territorio in cui si è inseriti e il mondo);
sono le leve fondamentali per navigare il cambiamento incerto, complesso e continuo che stiamo vivendo in benessere.
Qual è la sfida di chi guida e deve gestire il processo del lavoro ibrido?
Il prima tema è sicuramente quello di fare stare insieme aspetti della persone con quelli dell’organizzazione, ad esempio preservare la sicurezza fisica (legata allo scenario che stiamo vivendo) e combinarla con le preferenze o esigenze personali. Contestualmente è necessario garantire la produttività e avere una organizzazione efficace che porti a risultati.
E’ possibile in questo momento mantenere aziende prospere, che possano continuare ad operare e creare valore mantenendo le persone al centro e curando un clima di benessere?
Si, se al cuore delle scelte strategiche delle organizzazioni si investirà su nuove competenze (life skills e intelligenza emotiva) che consentono di alimentare la fiducia tra le persone e verso l’organizzazione, di generare un clima di inclusione e confronto senza giudizio, di creare e rafforzare le relazioni, generando processi comunicativi efficaci e ispirando le persone.
Dalla teoria alla Pratica. La testimonianza di Maurizio Ghilosso, CEO di DUAL ITALIA spa
DUAL Italia, costituita a Milano nel 2000, è un’agenzia di sottoscrizione assicurativa e riassicurativa, parte del gruppo internazionale Howden Group Holdings.
In Italia DUAL svolge il ruolo di sottoscrittore in nome e per conto di assicuratori interessati ad entrare in nuovi mercati, garantendo loro la gestione a ciclo completo dei processi assicurativi: dalla costruzione dei prodotti, all’emissione delle polizze, sino alla liquidazione dei sinistri.
Come è nata l’idea di approcciare le life skills? Come mai si è scelto di coinvolgere tutta l’azienda e le persone in un percorso sullo sviluppo delle life skills e intelligenza emotiva?
Nel nostro mestiere la formazione tecnica (competenze professionali specifiche al ruolo) è fondamentale e basilare: non è possibile essere altrimenti dei professionisti di questo settore. Questo significa che la formazione, ovvero investire sulla crescita delle persone quali professionisti, è le norma per noi.
5 anni fa abbiamo deciso che fosse giunto il momento di intraprendere un percorso formativo alternativo quello tecnico e ci è piaciuta l’idea di lavorare sulle life skills e l’intelligenza emotiva. Nel portare avanti questo progetto abbiamo coinvolto tutte le persone di Dual Italia, me compreso: “mi piaceva tantissimo l’idea di far parte della squadra che cominciava ad allenarsi su questo terreno di gioco.”
Perché lo avete fatto?
Perché abbiamo avuto un’idea, o meglio, la convinzione che a fianco di una straordinaria formazione tecnica, noi potessimo fare di più potenziando le life skills su un gruppo di persone già motivate, formate, aggiornate. E quello che abbiamo vissuto in prima persona è che le life skills e l’intelligenza emotiva hanno un contenuto straordinariamente concreto.
Rispetto al vissuto degli ultimi due anni e alle sfide del COVID-19, in che modo è stato utile a Dual Italia aver già intrapreso questo percorso e se pensi sia stato utile?
Abbiamo chiuso l’anno fiscale il 30 Settembre e abbiamo fatto un anno straordinario, crescendo del 17%. Quanto di questa crescita è stata fatta grazie alle life skills? Probabilmente è una domanda a cui non so rispondere, ma sono piuttosto certo di una cosa: è vero il contrario. In azienda abbiamo dato corpo ad una cultura organizzativa basata sul “people first”, non come slogan formale o da leggere su una carta valori, ma come realtà concreta, che si è realizzata anche grazie al progetto sull’allenamento delle lifeskills e dell’intelligenza emotiva. Questo significa aver creato un contesto in cui le nostre persone stanno bene, possono sviluppare le proprie competenze, crescere, respirare un clima di fiducia, coordinarsi bene con i propri colleghi e colleghe, con i propri capi. Vivere il benessere organizzativo, perchè il benessere organizzativo non è un’entità astratta, è qualcosa che si puoi realizzare veramente in concreto.
Quindi tornando alla domanda, sono certo che se non avessimo portato avanti questo lavoro non saremmo cresciuti così tanto.
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